Huawei ora ha problemi per i processori: anche ARM verso il ban

Ennesima mazzata per Huawei, questa volta da parte di ARM, una delle maggiori aziende produttrici di processori che a breve interromperà tutti i rapporti con l’azienda cinese a causa dei vari ban subiti a partire da Trump per poi passare da Google, Qualcomm, Intel ed anche Microsoft (anche se non si è espressa, ma ha tolto dal listino il MateBook X Pro).

Perché è una mazzata pure questa per Huawei? Perché per sviluppare e produrre i suoi processori tanto apprezzati Kirin, ora non ha più nessuna azienda con cui collaborare, dunque o dovrà rivolgersi ad aziende meno conosciute, oppure dovrà farseli da sé (cosa non da poco).

Preciso però che il ban non avrà effetto sul nuovo processore Kirin 985, ma bensì sui futuri dispositivi così come per Android e via discorrendo; altre aziende che hanno annunciato proprio nella giornata di ieri il ban di Huawei, sono Panasonic e Toshiba che non forniranno più nessun supporto e non venderanno tecnologia al colosso cinese per la produzione dei prossimi dispositivi.

Huawei sta lavorando al suo sistema operativo proprietario, come già vi ho detto in precedenti articoli, e sto leggendo molti articoli di colleghi giornalisti che, secondo una loro personale opinione, sarà un buco nell’acqua come all’epoca i Windows Phones e Blackberry; non posso che concordare in quanto è estremamente difficile e richiede moltissimo tempo per avere un sistema operativo valido ed efficiente. Un esempio lo abbiamo con la MIUI e Oxygen OS (one Plus) basato sulle famose Cyanogen.

Concludo con due notizie fresche di mattinata, la prima è che gli smartphone Huawei sono stati rimossi dal sito ufficiale Android ; la seconda è che la SD Association, azienda che da il certificato per poter inserire le Micro SD nei dispositivi, ha revocato la licenza a Huawei che dunque non potrà più avere lo slot dedicato alle schede di memoria.